Sondaggerie

Cercando di schivare la tentazione di riassumere tutto con "una volta era meglio" - che tendo a non sopportare quanto ogni frase fatta e luogo comune -, e prendendo atto che inevitabilmente un'attività come quella politica non può non dipendere da una campionatura statistica del proprio elettorato, ci si può rendere conto abbastanza facilmente che la mania d'oltreoceano per spin doctors, marketing politico e opinion leaders vari sia decisamente sbarcata nel nostro Paese, con danni più o meno evidenti. Non è una gran novità, considerato il masochistico piacere nell'importare sempre le mode meno affini alla nostra tradizione, e peggio di italianizzarle rendendole delle ridicole macchiette. Eppure le forme di comunicazione sociale oggi disponibili stanno rendendo il fenomeno ben più strisciante e, sotto certi punti di vista, pericoloso per la residuale tenuta politica di un Paese come il nostro.

Le linee un tempo decise dai partiti erano pure frutto di compromessi legati alle opportunità politiche ed agli orientamenti degli iscritti/elettori/sostenitori, ma riuscivano a mantenere un baricentro grosso modo certo grazie allo scheletro ideologico su cui si posavano, grazie a quella manciata di punti chiave, dunque, che non erano prescindibili per l'identificazione politica stessa della vita di partito. In sostanza: un lavoro di sintesi delle idee, della "presentabilità politica" e della vendibilità elettorale (si pensi alla formula gli elettori non capirebbero) c'era eccome, ma le linee guida erano ben chiare e non dovevano essere tradite.
Oggi ci sono una serie di personaggi politici e direttamente qualche partito, che, sfruttando le opportunità in termini di risposta che i social offrono, hanno fatto del sondaggio delle opinioni dei propri follower una professione vera e propria: "Voi cosa fareste?", "Cosa ne pensate?", "Come vorreste che fosse?". A dati raccolti, via alla propaganda, fatta confluire nel nuovo alveo degli orientamenti elettorali, costruita appositamente per piacere: si cerca di andare a colpo sicuro, insomma, non si tenta di indirizzare ma di essere indirizzati.
Questo inevitabilmente piace moltissimo all'italiano medio, convinto di essere giunto al centro delle decisioni cruciali del Paese, di aver raggiunto una democrazia considerata "diretta", vedendo promuovere anche le più becere manifestazioni della pancia dal Bar Sport al Parlamento. Piace talmente tanto che le forze politiche non interessate a trasformarsi nel braccio politico della Gente vanno in difficoltà e sono costrette ad attuare forme partecipative di qualche tipo per compensare.

Postideologia? Populismo? Gentismo? Siamo oltre, se pensiamo che abbiamo quello che attualmente può essere considerato il primo partito (per dichiarazioni di voto) che si definisce un Non Partito, che ha scritto un Non Statuto e che propone ai propri elettori la votazione del Programma, avendo ottima cura di sfruttare i nuovi mezzi di comunicazione per reclutare tutta quella forza lavoro in uscita dal Bar Sport di cui sopra. Il passo successivo è quello di smuovere le acque stagnanti di un decisionismo congelato spacciato per delegato, e confondere imposizioni e diktat extrarappresentativi per iniziative che "è stata la Gente a reclamare".
Nulla di male se l'opinione dei cittadini viene presa maggiormente in considerazione, ma quando si diceva che la politica è un'altra cosa rispetto alle discussioni da tavolo della briscola, si intendeva dire che l'attività governativa e rappresentativa di un Paese non può tener conto di pulsioni e atteggiamenti che, senza il filtro e il lavoro di modellamento, possono creare danni che solo nella migliore delle ipotesi si paleseranno nel lungo termine. E, soprattutto, se la parola d'ordine diventa "Ditemi cosa volete e io ve lo darò, a meno che non abbia in mente qualcosa di diverso per voi" si sfocia nel fascismo elettorale: raccolgo tutti i voti che posso convincendoti che sia tu a decidere come, quando, cosa e perchè, ma poi sono io che decido se, riservandomi il diritto (una volta in poltrona) di bloccare tutto e proporti esattamente ciò che voglio io. Nella pratica, ti offro la possibilità di scegliere tra alternative che comunque sono le mie alternative.

Ma alla Gente piace tanto, almeno c'è l'illusione di essere protagonisti.

Siamo quasi a Pasqua: volete Gesù o Barabba?

Buona vita

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