Intelligenti, geneticamente ed intellettualmente evoluti, socialmente organizzati...Tanti sono gli aspetti attribuibili all'essere umano. Ciò che il più delle volte ci si dimentica, però, è che trattasi sempre di essere animale.
Di animale abbiamo ancora sicuramente gli istinti, per quanto sopiti o ben nascosti sotto le sovrastrutture della razionalità, della moralità o del comportamento sociale che ci siamo costruiti. Così, come tra gli animali esistono dei ruoli più o meno ben definiti tra gli esseri di genere maschile e quelli di genere femminile, anche tra gli esseri umani ci sono delle convinzioni ormai quasi relegate alla sfera dell'inconscio che di tanto in tanto vengono fuori.
Prendiamo quel che accade al momento di un parto: l'era moderna, con le sovrastrutture di cui sopra, ci ha convinto che l'uomo può e deve stare in sala parto con la mamma, ad assistere e supportare le sofferenze di quest'ultima anche solo con la semplice presenza. Eppure molti uomini (magari segretamente) sono restii ad assistere, per motivi che poi vengono debolmente o poco comprensibilmente spiegati.
Lo dico perché ero uno di loro...Le mie motivazioni: paura di non conoscere le mie reazioni e, soprattutto, una paura fottuta che qualcosa cambiasse nell'intimità con mia moglie. Chiaramente il vero motivo è tutto insito nella nostra natura animale: il maschio procaccia il cibo, accudisce il branco o la tribù o, nel nostro caso, la famiglia...il maschio è geneticamente progettato per combattere...il maschio è pronto a soffrire le ferite di una battaglia pur di difendere i propri cari...ma la sofferenza relativa ad un parto, le urla della donna per mettere al mondo il frutto della sua "maschia attività" proprio no!
Forse me ne rendo conto solo ora , ma è proprio così. Da parte mia non ho avuto molta scelta, perché due condizioni si sono verificate: da una parte il volere di mia moglie, che avrebbe appoggiato la mia scelta ma avrebbe partorito da sola se non fossi andato io, dall'altra la mia genetica testardaggine a voler battere la volontà contraria.
Ed ho vinto la mia battaglia...ma devo dire che è stato facilissimo, perché è successo tutto così in fretta che mi sono ritrovato in sala parto come se fossi stato teletrasportato. So che per mia moglie non è stato così semplice, per quanto bravissima sia stata, ma per me è andato tutto di fretta. In fretta e al tempo stesso con una lentezza da replay...
...poi il mondo è sparito improvvisamente.
Avevo in braccio mia figlia.
E' valso un miliardo di volte il prezzo del biglietto.
Buonanotte Lucrezia.
Di animale abbiamo ancora sicuramente gli istinti, per quanto sopiti o ben nascosti sotto le sovrastrutture della razionalità, della moralità o del comportamento sociale che ci siamo costruiti. Così, come tra gli animali esistono dei ruoli più o meno ben definiti tra gli esseri di genere maschile e quelli di genere femminile, anche tra gli esseri umani ci sono delle convinzioni ormai quasi relegate alla sfera dell'inconscio che di tanto in tanto vengono fuori.
Prendiamo quel che accade al momento di un parto: l'era moderna, con le sovrastrutture di cui sopra, ci ha convinto che l'uomo può e deve stare in sala parto con la mamma, ad assistere e supportare le sofferenze di quest'ultima anche solo con la semplice presenza. Eppure molti uomini (magari segretamente) sono restii ad assistere, per motivi che poi vengono debolmente o poco comprensibilmente spiegati.
Lo dico perché ero uno di loro...Le mie motivazioni: paura di non conoscere le mie reazioni e, soprattutto, una paura fottuta che qualcosa cambiasse nell'intimità con mia moglie. Chiaramente il vero motivo è tutto insito nella nostra natura animale: il maschio procaccia il cibo, accudisce il branco o la tribù o, nel nostro caso, la famiglia...il maschio è geneticamente progettato per combattere...il maschio è pronto a soffrire le ferite di una battaglia pur di difendere i propri cari...ma la sofferenza relativa ad un parto, le urla della donna per mettere al mondo il frutto della sua "maschia attività" proprio no!
Forse me ne rendo conto solo ora , ma è proprio così. Da parte mia non ho avuto molta scelta, perché due condizioni si sono verificate: da una parte il volere di mia moglie, che avrebbe appoggiato la mia scelta ma avrebbe partorito da sola se non fossi andato io, dall'altra la mia genetica testardaggine a voler battere la volontà contraria.
Ed ho vinto la mia battaglia...ma devo dire che è stato facilissimo, perché è successo tutto così in fretta che mi sono ritrovato in sala parto come se fossi stato teletrasportato. So che per mia moglie non è stato così semplice, per quanto bravissima sia stata, ma per me è andato tutto di fretta. In fretta e al tempo stesso con una lentezza da replay...
...poi il mondo è sparito improvvisamente.
Avevo in braccio mia figlia.
E' valso un miliardo di volte il prezzo del biglietto.
Buonanotte Lucrezia.
Commenti