Le sorprese del clima politico

Succede una sera di autunno che una persona giudicata psicolabile, uno in cura da tempo (sempre a sentire le voci giornalistiche che si rincorrono) presso centri di igiene mentale, decide di lanciare una di quelle statuette kitsch che rappresentano i monumenti italiani (nello specifico un Duomo di Milano) addosso ad una delle più controverse figure politiche che il panorama italiano abbia mai conosciuto nei circa 150 di Unità d'Italia.
Il presidente Silvio Berlusconi entra così ferito in macchina, riuscendone poi dopo pochi minuti per rassicurare le folle intervenute ad un suo comizio. E il primo pensiero che mi viene è dell'inizio della fine: che sia il gesto definitivo, quello che darà finalmente il titolo di "martire" al presidentissimo?
L'aveva rischiato con il treppiede di Piazza Navona, e ancora prima con il "buffone!" urlato in tribunale da un ragazzo qualunque. Stavolta, con il clima politico arroventato che c'è in Italia, potrebbe essere la volta buona.

Intendiamoci per bene: la violenza, in qualunque forma si esprima, anche con un "innocuo" (nel senso di "non letale") lancio di oggetti, è SBAGLIATA e DEPRECABILE. Non è solo un fatto di sconvenienza politica e/o sociale, una di quelle cose che facendo parte del "politically correct" non si possono fare per non sfigurare, la violenza è sbagliata perchè non è degna di un paese maturo e democratico.
Che sia sbagliata anche la martirizzazione della vittima? Che sia sciocco cavalcare l'onda della condanna per attaccare l'opposizione parlamentare e non? Questo proprio non saprei dirlo, soprattutto perchè è un atteggiamento così radicato nel comportamento politico degli Italiani che ormai lo consideriamo praticamente normale: anzi, ci stupiamo quando vengono pronunciate parole di distensione in casi come questi!

Solo che sento parlare di "clima avvelenato", di "colpevole radicalizzazione dello scontro politico"...e detto da una parte politica il cui leader ha etichettato come "coglioni" gli oppositori non è proprio segno di gran coerenza, quanto meno.
Sembra un po' strano, ecco tutto, sentire chi in più di un'occasione ha contribuito ad avvelenare l'aria addormentata d'Italia, talvolta anche facendo finta che non ci fossero prassi democratiche in ballo, accusare l'opposizione di aver creato i presupposti per questo "attentato terroristico" (così lo ha chiamato Bossi).

Direi che forse è il caso di darci tutti una calmata e guardare ognuno in casa nostra: sono sicuro che pensando fuori dalle sovrastrutture dell'appartenenza politica, qualche sorpresa l'avremmo tutti.

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