Non è certo una novità, almeno da qualche anno a questa parte, ma le elezioni amministrative recentemente conclusesi (o in procinto di esser concluse, al momento) hanno un significato ben più profondo e politico di quanto si voglia far credere e di quanto si possa pensare. Non servono certo nozioni approfondite di scienze politiche per capire che ogni tornata elettorale comunque estesa alla gran parte del territorio nazionale, specie in periodi politici piuttosto "tortuosi" come questo, diventi inevitabilmente un test per saggiare il polso al Paese.
Ancora più ovviamente in un'elezione su scala nazionale ma comunque orientata a nomine locali ognuno tira le somme un po' come vuole, sfruttando il necessario frazionamento dei dati assoluti da cui si parte per trarre conclusioni ben diverse, a seconda della fazione politica cui si appartiene. E così infatti è stato anche in questa elezione...
Ma cosa colpisce davvero di questa elezione? Facciamoci due conti: su scala nazionale il 27% spetta al PdL, il PD prende all'incirca il 26% dei voti, circa un 20% viene suddiviso tra IdV e Lega, un altro 15% circa è riservato all'insieme UdC e Liste civiche dei candidati, il resto è il solito "spicciame" politico. Questi i dati assoluti...ma sono i dati relativi alle schede votate, ovvero ognuna di queste percentuali rappresenta una frazione di chi domenica e lunedì è andato a votare. L'altra percentuale è quella dell'astensionismo, che possiamo ricavarci sapendo che il 64% circa degli aventi diritto al voto è andato ad esprimere una propria opinione: abbiamo quindi il 36% di astenuti.
Con semplici operazioni matematiche ci ricaviamo facilmente che i partiti più votati (PdL e PD, rispettivamente) hanno preso il 17 e il 16% circa delle preferenze degli aventi diritto al voto totali. Ne consegue molto facilmente che il Partito dell'Astensione ha letteralmente devastato i concorrenti.
Saranno in grado i partiti rappresentati di capire il significato di questo dato? E' un dato misto, una "preferenza" legata a mille motivi, non solo alla facile "antipolitica" o alla "disaffezione"! Abbiamo un premier che ha più di una volta dato l'impressione di non essere familiare o quantomeno di non capire cosa realmente sia un comportamento in linea con i principi democratici, di fare un uso quasi "privatistico" del potere che gli è stato concesso e di giustificare tali azioni proprio con il mandato datogli dagli elettori. Abbiamo un'opposizione che non parla più di temi, che sta puntando tutto (o che, anche qui, sta dando l'impressione di farlo) sul discredito al premier, sulla quotidiana enfasi delle sue boutade e del suo malsano comportamento (sempre a sentire l'opposizione), che fa una campagna elettorale basata sullo scandalo delle liste...e volete che sia solo una questione di antipolitica?
D'accordo, di quel 36% di astenuti mettiamoci almeno un 10% di persone che non votano per principio da anni e mettiamoci anche un 5% di calo fisiologico dovuto al fatto che nella testa di molti una tornata elettorale amministrativa è "poco importante" (democraticamente agghiacciante...ma tantìè!)...in ogni caso rimaniamo sempre su numeri da partito di maggioranza.
Riflettiamo...se ne siamo ancora capaci, ovviamente.
Ancora più ovviamente in un'elezione su scala nazionale ma comunque orientata a nomine locali ognuno tira le somme un po' come vuole, sfruttando il necessario frazionamento dei dati assoluti da cui si parte per trarre conclusioni ben diverse, a seconda della fazione politica cui si appartiene. E così infatti è stato anche in questa elezione...
Ma cosa colpisce davvero di questa elezione? Facciamoci due conti: su scala nazionale il 27% spetta al PdL, il PD prende all'incirca il 26% dei voti, circa un 20% viene suddiviso tra IdV e Lega, un altro 15% circa è riservato all'insieme UdC e Liste civiche dei candidati, il resto è il solito "spicciame" politico. Questi i dati assoluti...ma sono i dati relativi alle schede votate, ovvero ognuna di queste percentuali rappresenta una frazione di chi domenica e lunedì è andato a votare. L'altra percentuale è quella dell'astensionismo, che possiamo ricavarci sapendo che il 64% circa degli aventi diritto al voto è andato ad esprimere una propria opinione: abbiamo quindi il 36% di astenuti.
Con semplici operazioni matematiche ci ricaviamo facilmente che i partiti più votati (PdL e PD, rispettivamente) hanno preso il 17 e il 16% circa delle preferenze degli aventi diritto al voto totali. Ne consegue molto facilmente che il Partito dell'Astensione ha letteralmente devastato i concorrenti.
Saranno in grado i partiti rappresentati di capire il significato di questo dato? E' un dato misto, una "preferenza" legata a mille motivi, non solo alla facile "antipolitica" o alla "disaffezione"! Abbiamo un premier che ha più di una volta dato l'impressione di non essere familiare o quantomeno di non capire cosa realmente sia un comportamento in linea con i principi democratici, di fare un uso quasi "privatistico" del potere che gli è stato concesso e di giustificare tali azioni proprio con il mandato datogli dagli elettori. Abbiamo un'opposizione che non parla più di temi, che sta puntando tutto (o che, anche qui, sta dando l'impressione di farlo) sul discredito al premier, sulla quotidiana enfasi delle sue boutade e del suo malsano comportamento (sempre a sentire l'opposizione), che fa una campagna elettorale basata sullo scandalo delle liste...e volete che sia solo una questione di antipolitica?
D'accordo, di quel 36% di astenuti mettiamoci almeno un 10% di persone che non votano per principio da anni e mettiamoci anche un 5% di calo fisiologico dovuto al fatto che nella testa di molti una tornata elettorale amministrativa è "poco importante" (democraticamente agghiacciante...ma tantìè!)...in ogni caso rimaniamo sempre su numeri da partito di maggioranza.
Riflettiamo...se ne siamo ancora capaci, ovviamente.
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