Civile protezione del lavoro

Conosco molto bene persone che, a vario titolo e con diversi ruoli, lavorano o fanno i volontari per la Protezione Civile, conosco il loro impegno personale ma anche le difficoltà che possono incontrare nello svolgimento delle proprie mansioni, il grande senso di responsabilità che travalica questi limiti da altri (o per causa di altri) imposti e, soprattutto, il livello organizzativo che la struttura sa esprimere specie nelle situazioni più gravi. Bisogna certo dire che la protezione civile del nostro paese è sì affidata ad un apposito Dipartimento della Presidenza del Consiglio dei Ministri, ma è comunque un organismo dai mille arti che affondano nel territorio italiano in maniera piuttosto radicata. Resta però il concetto base, ovvero che l'organizzazione, la struttura mentale, se vogliamo esagerare, è e deve essere quella di un organo mobile, snello..."smart", in un certo senso. Ed è proprio per questo che ho personalmente sempre visto la dipendenza centrale dal governo e in particolare dal suo capo come un "in più", qualcosa funzionale proprio a questa snellezza: in caso di necessità la "catena di comando" (mutuando impropriamente ma efficacemente un termine militare) si riduce, si accede più velocemente ai provvedimenti di legge, si riesce più velocemente a impostare un dialogo con il legislatore. Si sorvoli sul fatto che queste possibilità in passato possano essere state utilizzate in modo improprio o peggio, perché non siamo certo così ingenui da credere che tutti gli strumenti benigni siano sempre stati usati in tal senso...la sostanza, di fatto, resta!

Per tali motivi mi risulta terribilmente ostico comprendere in che modo il provvedimento del governo che avrebbe potuto e dovuto salvare il servizio antincendio Canadair della Protezione Civile salvando, al contempo, 300 posti di lavoro e altrettante famiglie, al momento sempre più in difficoltà, si sia arenato per la seconda volta. Con tutta la buona volontà del mondo, non riesco proprio a comprendere come sia possibile che per ben due volte chi ha scritto la norma, pur organizzando incontri e confronti con le strutture che avrebbero dovuto approvarla, abbiano ottenuto dei dinieghi più o meno secchi in sede proprio di approvazione. Mi risulta difficile perché, conoscendo quella capacità organizzativa e quella snellezza di cui parlavo sopra, non posso credere che si possa essere così facilmente impallinati in fase operativa...non a quei livelli.

Non so neanche se sperare - e lo dico molto apertamente - nella buona fede di chi "almeno ci ha provato" o se optare per Santo Inciucio All'Italiana, protettore dei teatrini in cui si bluffa in continuazione con la mano destra mentre con la sinistra si portano avanti le vere soluzioni al problema.
Certa è, invece, la speranza che la gente di SoREM e SAN possa vedere finalmente la luce in fondo a questo tunnel che si sta rivelando ben più lungo di quanto ci era stato promesso. Quale che sia la soluzione, insomma, l'importante è che si pensi sempre ai 300 lavoratori ancora in attesa di uno stipendio da 3 mesi, e con un futuro scuro e fumoso...nelle parole queste garanzie ci sono state date e ridate. Ora veniamo ai fatti.

Buona vita...e in bocca al lupo a tutti. Davvero.

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