Letture e recite

Metto anzitutto le mani avanti: sono pressoché certo che il mio sia uno dei tanti, tantissimi post che in questo momento stanno paralizzando la rete dei blogger italiani con argomento il referendum appena concluso. Non mi importa granché, ad essere onesto, anche perché andrebbe dritto in malora il concetto stesso di blog come diario delle proprie idee ed emozioni. Ergo, parliamo di dati, quantomeno di quelli disponibili a quest'ora (ma che appaiono ragionevolmente stabilizzati).
Il 55% degli italiani aventi diritto al voto si è recato alle urne tra domenica 12 e lunedì 13 (oggi): fanno circa 27 milioni e 700 mila persone alle urne. Di questi circa il 95% ha piazzato quattro sì sulle schede: è una lettura molto approssimativa in quanto non è assolutamente detto che la distribuzione sia proprio questa, ma visto l'andamento dei dati e la poca differenza percentuale tra le preferenze dei vari quesiti, si può dire che circa 26 milioni e 300 mila italiani hanno preso una posizione in contrasto antitetico con alcune delle più recenti decisioni dell'Esecutivo in carica; e, soprattutto, che molti degli italiani che sostengono ed hanno eletto l'Esecutivo stesso gli hanno votato contro.

Ne ho fatto forse una lettura politica? Ebbene sì! Perché proprio mi riesce difficile comprendere come si possa evitare di farne una, quale che sia il clima politico e quale che sia l'andamento di consensi (statistici) di cui la maggioranza parlamentare e il governo godono.
Ho sentito in queste ore tante letture e tante recite di questi dati, sicuramente qualcuna più sincera delle altre, qualcuna più forzata delle altre, ma, in qualunque modo si leggono, questi dati dicono incontrovertibilmente che la netta maggioranza dei cittadini italiani impegnati e impegnabili nella vita democratica del Paese viaggiano su posizioni diverse rispetto al governo. Non mi sembra un crimine fare una lettura del genere, né mi sembra un crimine chiedere al governo stesso di tirare delle degne conclusioni da tutto ciò, specie considerando il fatto che uno dei quesiti riguarda una delle tante (troppe) leggi fatte per far sì che chi è al governo sia "più uguale degli altri" di fronte alla legge. Mi ha fatto molto piacere, per esempio, sentire per radio moltissimi elettori di centrodestra dire la propria con estrema lucidità, ma non per un piacere partigiano ("Legittimo godimento" come slogan non mi piace proprio, specie per una tornata referendaria, alto istituto democratico...) quanto piuttosto perché mi sto rendendo conto che il paese politico sta maturando, e che forse si riuscirà a mettere in piedi una democrazia moderna che vada al di là dei meri interessi di schieramento.

Per il resto, ho votato quattro sì grossi come una casa e non riesco a digerire granché la paternità che qualche esponente fino a ieri magari su posizioni diversi ha fatto anche dei miei Sì, proprio in nome di quella maturità politica di cui sopra.

Forse il vento cambia: restiamo alla finestra e continuiamo a sperare.

Buona vita.

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