L'eco stonato

In periodi particolari come quello che stiamo vivendo, risulta alquanto normale trovare pagine e pagine sullo stesso tema (l'economia, nello specifico), e ancor più in quelle pagine è chiaro che tendono a moltiplicarsi interviste e opinioni di chi dovrebbe e potrebbe saperne di più. Ovviamente nessuno degli intervistati/opinionisti può pretendere di avere la ricetta definitiva, né noi lettori possiamo immaginarci di carpire soluzioni e medicamenti per la salute economica del nostro paese da una semplice intervista. Eppure c'è sempre un'aspettativa, come deve essere, c'è sempre la speranza di trovare in quelle righe quantomeno uno spunto di riflessione, un punto di partenza che possa far pensare e meglio comprendere la portata della crisi e le possibili vie d'uscita.
Sfogliando così uno dei maggiori quotidiani nazionali ti capita di lanciarti deciso nella lettura di un'intervista ad uno dei maggiori esponenti dell'Italia che produce, e di scoprire che l'unico spunto di riflessione che ti viene in mente al termine dell'articolo è: "Ma era il capitano d'industria che parlava o un'aspirante Miss Mondo?".
Già, perché come ho detto non mi aspettavo certo un discorso filosoficamente illuminante sull'epoca che stiamo vivendo, ma nemmeno mi sarei aspettato di sentire frasi fatte e prive di vere idee quali "abbiamo problemi di debito, la situazione è difficile, c'è bisogno di tutta una serie di misure"! La sostanza è che il lettore medio spera di sentire almeno ciò che non sa, che ci sia "bisogno di tutta una serie di misure" (!) lo sappiamo tutti, quali potrebbero essere un po' meno.
Per una volta spero che si sia dato solo eccessivo credito ad una persona "in vista" all'interno del ciclo produttivo del paese, perché se davvero queste sono le idee di chi governa una delle più importanti fabbriche italiane stiamo messi veramente maluccio....

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