Popolo di pallonari...

Qualcuno di voi si sarà accorto che è in corso il Campionato Europeo di Calcio, probabilmente lo ha scoperto casualmente data la proverbiale cauta pacatezza con cui il popolo italiano accoglie gli eventi calcistici...
Non voglio lanciarmi in una disamina articolata su quanto la Nazionale di calcio sta facendo, perché non sono certo la persona più adatta (dati tanti fattori, quali la frequentazione di altre realtà sportive e la poca esperienza in questo genere di analisi, se non come tifoso), perché non voglio far parte della schiera degli allenatori da divano e, soprattutto, perché non è questo il motivo del post che state leggendo.
In realtà vorrei concentrarmi proprio su quella pacatezza calcistica di cui sopra, attributo che, quando è in atto l'infausto allineamento dei pianeti politico, sociale e sportivo (come in questi giorni), esplode in isolate ma rumorose detonazioni localizzate che fanno voltare tutti. Le reazioni possono essere diverse, ma in genere o ci si limita a scuotere la testa o a sorridere amareggiati.
Nel particolare vorrei far notare come due delle testate giornalistiche che più al mondo ci invidiano hanno reagito all'avvenimento sportivo che ha visto la Nazionale Italiana scontrarsi e vincere contro quella Tedesca nella semifinale del campionato Europeo di cui sopra:

Il Giornale titola in prima pagina "CIAO CIAO CULONA"
Libero risponde "VAFFANMERKEL"

Due esempi cristallini dell'appagante stile giornalistico nostrano e della capacità di titolare con una velatissima ironia facendo un parallelo tra le vicende calcistiche e quelle politiche.

Probabilmente il mio pensiero, non avvezzo a siffatti giochi intellettuali, non è sufficiente a capire, ma mi chiedevo: qual'è il nesso tra una partita di pallone e la situazione politico-economica del continente? Qual'è il motivo per cui la signora Merkel meritava di essere apostrofata dopo che i nostri undici ragazzi in pantaloncini hanno saputo correre meglio dietro una sfera di cuoio rispetto ai loro undici ragazzi in pantaloncini? Ma soprattutto - ed è questa la domanda delle domande - per quale motivo un popolo tutto sommato intelligente, creativo, vivace come quello italiano merita di diventare lo zimbello di mezza Europa a causa di titoli come questi, in cui dimostriamo che per noi un gioco conta più di ogni altra cosa?

So che non riceverò mai risposta ai miei quesiti, ma in ogni caso vorrei complimentarmi con i signori giornalisti de "Il Giornale" e di "Libero" per averci concesso l'ennesima lezione di giornalismo ironico ma tenacemente serio.
Grazie, davvero!

Commenti

Marcus ha detto…
Il meccasismo è lo stesso da sempre: annebbiare con l'ebbrezza della vittoria sportiva gli occhi dei cittadini. Un "povero" tedesco buttato fuori dall'Europa calcistica guadagna il doppio di un italiano ed ha lo stesso costo della vita. Un "soddisfatto" italiano non arriva a fine mese pur spaccandosi la schiena, ma sta in strada a sbeffeggiare i tedeschi... così è la vita, così è il calcio!
Tixio® ha detto…
Sono d'accordo, anche se secondo me qui si va un po' oltre il classico "panem et circenses" che serviva ad annebbiare le menti degli antichi. Mi spiego: che un uomo qualunque vada per strada a sfogare parte delle sue frustrazioni in seguito all'esito di una partita di pallone ci può anche stare (anzi, meglio così: una volta si sfogavano con le spade...ben vengano gli sfottò!); ma che una testata giornalistica utilizzi il pretesto del calcio per ripristinare l'onore nazionale mi intristisce un pochino...specie se si arriva all'insulto.