A cavallo del forcone

Cerchiamo di essere chiari e, soprattutto, lucidi: il post precedente sulla "Rivoluzioncina" dei Forconi non voleva né svilire né tantomeno sottovalutare una protesta che, già in quanto tale, ha diritto di esistenza, ma che in generale mette in luce un'esasperazione generalizzata che non deve essere taciuta.
Ciò che si metteva in dubbio era: a) l'efficacia di una protesta in cui l'unico effetto (a giudicare dagli annunci) sarebbe stato solo il danneggiamento dei concittadini, e non certo del potere, b) la portata e diffusione particolarmente...distribuita di una protesta senza un apparente (vero) coordinamento centrale, c) la totale, assoluta e - da un certo punto di vista - inedita assenza di veri contenuti. In sostanza: gridare "mandiamoli tutti a casa!" bloccando un supermercato a caso e impedendo ai propri concittadini di fare la spesa quotidiana, non mi sembra una grande strategia. Né comunicativa né tantomeno di lotta...

A vedere poi le immagini, a sentire i temi affrontati e le ragioni registrate in presa diretta dal cuore delle manifestazioni, è sorta subito l'immagine della grande marea qualunquistica e populista che, partendo dalle peggiori memorie berlusconiane (che hanno quantomeno avuto la nobiltà di essere trasformate in programmi politici ben definiti, almeno negli strumenti se non negli scopi ultimi) arriva agli Tsunami pentastellati: contro tutto, contro tutti, assolutamente per la rifondazione generale del Paese, per il sovvertimento dell'ordine (considerato marcio) costituito, duri e puri fino alla fine....il tutto pendendo dalle labbra del Leader, con molte idee tutte ben confuse su come arrivare alla fine del gioco.

Già in un altro post avevo paventato la possibilità che qualcuno cercasse di cavalcare l'indistinta, cieca e molto italiana onda di malcontento ponendosi senza far troppo rumore a simbolo del movimento "forconista" (mai termine fu più appropriato, lo ammetto...o se non altro evocativo). Purtroppo ci avevo visto bene, non perché sia diventato un fine analista politico, quanto perché immagino di conoscere abbastanza bene la storia per sapere che tende a ripetersi in forme diverse ma con contenuti piuttosto similari.
E ora non mi preoccupa quanto i "rivoltosi" siano in grado di rendersi conto di chi e come li sta strumentalizzando e usando per i propri personalissimi scopi, quanto piuttosto l'attitudine (come detto) tutta italiana ad affidarsi completamente a questi personaggi carismatici e forti. Speriamo di sbagliarsi, ma a giudicare da quel che si legge in giro c'è da stare male.

Ma soprattutto c'è da stare all'erta.

Buona vita

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