Toccato in meta

Le opinioni più disparate stanno giungendo da tutto il Paese circa il turnover tra il governo Letta e quello sempre più probabile di Renzi: nonostante l'accelerazione (apparente) con cui gli eventi si stanno succedendo, c'è chi discute della legittimità di questo passaggio, chi dell'opportunità politica, chi di quella istituzionale. Poi c'è sempre chi semplicemente emette suoni scomposti e sguaiati minacciando rivoluzioni, inneggiando al colpo di stato popolare, o blaterando amenità similari, cui purtroppo ci si sta abituando. Ma tant'è, è un altro discorso.
In ogni caso è evidente che stiamo parlando di un momento particolarmente delicato, nuova e francamente non troppo inaspettata dimostrazione della fragilità e della poca stabilità, non solo di questa legislatura, ma più in generale del sistema politico attuale.
A dispetto delle apparenze e delle sirene della illegittimità, non c'è nulla di nuovo né tantomeno di anomalo sotto il sole, perché stiamo parlando di un cambio al vertice già accaduto numerose volte in passato (anche in forme molto similari) e sicuramente previsto dal nostro ordinamento.
Dal punto di vista istituzionale, probabilmente, sarebbe stato molto meglio prendere atto della chiusura della legislatura, quantomeno per rispetto agli elettori, e procedere con nuove elezioni: stiamo parlando del terzo tentativo consecutivo di fare un governo stabile (partendo dal primo "sondaggio" con Bersani, non dal governo tecnico di Monti, che è stato tutt'altra cosa, come spesso si legge in qualche commento...). Trovo piuttosto stonato il tentare di rinsaldare un'azione di governo sostenuto da una maggioranza trasversale, per causa di una "crisi" politica interna ad uno dei partiti di detta maggioranza: sempre soggettivamente parlando, avrei trovato più coerente prendere atto dell'impossibilità di tenere in piedi una simile maggioranza e stop.
Ciò che inquieta di più, ad ogni modo, è l'atteggiamento politico del PD, che ha avuto in questi mesi la possibilità di incassare qualche risultato prima di portare il Paese alle elezioni: un passaggio del genere, nello stallo politico che si è venuto oggettivamente a creare in questi mesi, ci sta pure; che lo sia in queste forme e in questi modi (soggettivamente) no.
Non lo è alla luce di un cambiamento generalizzato nella direzione del partito, sancita dalle elezioni primarie e consacrata con le volontà del nuovo segretario di mettere in atto un'azione programmatica di cambiamento del Paese in modo profondo, cosa di cui il Paese stesso ha un gran bisogno. Potrebbe sembrare un controsenso in termini, ma non lo è: come detto c'è bisogno di cambiamenti, di riforme e di una iniezione di fiduciose novità in tutti gli ambiti, da quelli più generalmente istituzionali (partendo dalle regole del gioco) fino all'attività legislativa vera e propria; e c'è bisogno anche di fare abbastanza in fretta, per non trovarsi ancora impantanati nel guado. Ma siamo sicuri che sia questo il momento più adatto per farlo? Con questo contesto politico? Inoltre, sempre mettendola sul piano puramente politico, e pur comprendendo e condividendo la vittoria della "ragion di Stato" su quella di fazione politica, non sarebbe stato più saggio portare questa proposta di azione in un programma da far valutare agli elettori e, quindi, tentare di applicare questo cambiamento con una maggioranza meno variegata di quella attualmente in essere? Detto in termini più terra terra, non sarebbe stato meglio evitare di "bruciare" un potenziale come Renzi, dato che il centrosinistra non è nuovo a certe situazioni?
Eppure c'è un "non detto" in tutta questa situazione che potrebbe portare dei risultati anche convincenti, supponendo (come probabile) che Renzi non sia uno sciocco né un folle amante del brivido.
Qualcuno parla di autogol del politico fiorentino, a me piace pensarla in modo più rugbistico: una bella toccata nella propria meta, che non fa segnare punti all'avversario ma annulla tutto e fa ripartire da capo. Speriamo solo che ci sia qualcuno che ripiazzi la palla in posizione ideale con una bella pedata...

Buona vita.

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