Storia di due ragazzi e due ragazze

Due ragazzi scelgono di fare una vita particolare: servire il proprio Paese indossando una divisa. Lo fanno, molto probabilmente, non con la mera intenzione di avere uno stipendio sicuro, perché si orientano verso una specialità non facile, invidiata e da molti ambita, quella di incursore della Marina Militare.
Un lavoro difficile che li porta a visitare tanti posti, sempre con quell'ideale in testa di servire la Nazione in cui sono nati e per cui darebbero la vita, almeno negli intenti. Un lavoro difficile che per definizione li porta sicuramente a rischiarla, la vita, a fare cose pericolose in cui la loro incolumità è sostanzialmente messa istituzionalmente a repentaglio.
Succede che il Paese che amano chiede loro (per motivi legati ad una cattiva gestione legislativa di queste problematiche) di scortare un bastimento mercantile privato contro la possibilità di attacchi da parte dei pirati che frequentano le acque da attraversare.
Succede che, per uno dei tanti errori operativi che possono capitare in questo genere di lavori, i due ragazzi sparino ad un peschereccio scambiato per un'imbarcazione dei suddetti pirati, uccidendo due pescatori all'interno della giurisdizione di uno stato estero. La nave viene fatta attraccare nel porto più vicino dello stato estero in questione (non serve qui discutere sul perché e il "per come"), e i due ragazzi vengono arrestati con l'accusa di omicidio.
In un bailamme di intrecci diplomatici, errori politici e incapacità generali, la vicenda prende una piega non proprio allegra per i due ragazzi, che da tre anni vivono non in un carcere di massima sicurezza, ma presso l'ambasciata italiana, in attesa che una corte dello stato estero indicato prenda una decisione in merito alla loro eventuale condanna. Una situazione delicata e molto particolare, non da disaminare con la leggerezza con cui, in patria, è stata disaminata dai più (che probabilmente ignorano i dettagli, o sanno solo quanto raccontato da quattro titoli), per i quali i due ragazzi sono due eroi che vanno salvati anche a costo di tentare un "blitz" militare piuttosto surreale, pur se lo stato estero fosse stato tra i nemici dichiarati.

Due ragazze, con un impegno ed orientamento politico neanche troppo velato, decidono di voler fare qualcosa per le persone sofferenti nel mondo: entrano in una ONG e si impegnano a partire per un paese straniero allo scopo di aiutare i meno fortunati a vivere l'orribile situazione di caos e violenza che stanno vivendo. Una decisione piuttosto difficile, non da tutti, e sicuramente piuttosto pericolosa e rischiosa sotto molteplici punti di vista.
Le due ragazze, durante una delle tante operazioni che le ha viste protagoniste, vengono rapite da un gruppo di rivoltosi del paese che le due stavano cercando di aiutare: una vicenda non rara, purtroppo, un sequestro le cui sorti finali e il cui scopo non poteva essere chiarissimo fin dall'inizio, date le diverse anime tormentate che popolano la vita di quell'area del mondo e i diversi modi di approcciarsi a simili faccende.
La vicenda non viene discussa moltissimo pubblicamente, nel più totale silenzio le istituzioni del paese natio delle due ragazze lavorano per mesi intensi alla loro liberazione. I commenti qua e là sono perlopiù molto severi, le due ragazze (quando non pesantemente insultate o quando non si augura loro di essere violentate, uccise o altre amenità simili) vengono considerate delle incoscienti che "se la sono andata a cercare", pertanto ci si augura che la loro sorte non diventi un problema delle istituzioni suddette.
Le quali invece riescono a liberarle...e la pioggia di bestialità contro le due cooperatrici aumenta...

Cosa non ho capito di queste due storie? Ma, soprattutto, perché continuo a farmi domande?

Buona vita...a tutti, indistintamente.

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