Poco più di un anno fa, nel post La Difesa del Nemico parlavamo della tragedia Charlie Hebdo e dell'ondata di solidale vicinanza che ha travolto (una volta tanto) la Rete e le nuove connessioni sociali, sempre più diffuse. Si storceva il naso, in quel post, nel leggere ed ascoltare il controcanto di chi bocciava come ipocrita, falsa, qualunquista e populistica la campagna #jesuischarlie, volendo quasi cogliere un cenno di "maturità" dei fruitori sociali del Web nello sfruttarne in pieno la sua democraticità.
Ebbene, un anno è passato, Charlie Hebdo è ancora nelle edicole, e continua a martellare durissimo negli stomaci benpensanti e facili all'indignazione; i quali, oggi, dopo essersi identificati, dopo essersi uniti al coro indubitabilmente libertario di allora, ritrattano e vomitano accuse contro chi avevano difeso. Ritratto anche io, dunque...
...ritratto la difesa di queste povere menti che, con tutta evidenza, hanno mancato per l'ennesima volta l'occasione per comprendere i meccanismi veri che dovrebbero essere alla base della democraticità che immaginano (erroneamente) di difendere dal nemico. Vorrei ripetere che è proprio questo che ci differenzia da loro, la capacità di dissentire senza censurare, ma sarebbe del tutto inutile, perchè risulta piuttosto evidente come, nella migliore delle ipotesi, solo un mero (e francamente desolante) fenomeno di aggregazione ha fatto sì che quel hashtag si diffondesse in tal modo.
Nella migliore delle ipotesi...perchè quella peggiore è la pulsione (neanche troppo) dormiente dentro ognuno di questi schiavi mentali ad ordinarsi silenziosamente in qualche schiera, pronti all'azione contro il nemico: non sono le Libertà Fondamentali della Società Democratica a dover essere difese, per queste anime sordide, ma il diritto di distinguersi, di isolarsi nella loro sicura roccaforte occidentale, coibentata da ogni spiffero straniero e maligno (ai loro occhi, si capisce).
Sono gli stessi che urlano indignazione per la Giustizia Matrigna condannante vecchietti a corto di pensione che rubano al supermercato, o che, similmente, plaudono onori e glorie alla pattuglia casuale delle Forze dell'Ordine che paga la refurtiva degli stessi vecchietti. E sono anche gli stessi che, al contempo, manifestano violentemente a favore del diritto del negoziante di far valere anche con la violenza (estrema, se occorre) di difendere la propria merce, posto che l'attaccante sia il nemico; o che magari si ergono a trinitari giudici-giurati-giustizieri di fronte ad un ragazzo ucciso dalle già onorate e glorificate Forze dell'Ordine, perchè sicuramente "sarà stato drogato", come se ciò fosse rilevante.
Ho già detto chiaramente cosa penso di Charlie Hebdo e del suo modo di fare. Ben venga. Ben venga chiunque possa smuovere questo stagno putrescente e melmoso di distinti, maleodoranti odio represso. Ben venga chiunque sia in grado di continuare ad assestare colpi fortissimi ai delicati stomaci di questa informe massa di materia organica, che rinnega e, peggio, non capisce cosa ha difeso è perchè era giusto, votandosi al disprezzo del diverso.
Sperando che, prima o poi, la loro distinzione li porti all'estinzione.
Buona vita.
Ebbene, un anno è passato, Charlie Hebdo è ancora nelle edicole, e continua a martellare durissimo negli stomaci benpensanti e facili all'indignazione; i quali, oggi, dopo essersi identificati, dopo essersi uniti al coro indubitabilmente libertario di allora, ritrattano e vomitano accuse contro chi avevano difeso. Ritratto anche io, dunque...
...ritratto la difesa di queste povere menti che, con tutta evidenza, hanno mancato per l'ennesima volta l'occasione per comprendere i meccanismi veri che dovrebbero essere alla base della democraticità che immaginano (erroneamente) di difendere dal nemico. Vorrei ripetere che è proprio questo che ci differenzia da loro, la capacità di dissentire senza censurare, ma sarebbe del tutto inutile, perchè risulta piuttosto evidente come, nella migliore delle ipotesi, solo un mero (e francamente desolante) fenomeno di aggregazione ha fatto sì che quel hashtag si diffondesse in tal modo.
Nella migliore delle ipotesi...perchè quella peggiore è la pulsione (neanche troppo) dormiente dentro ognuno di questi schiavi mentali ad ordinarsi silenziosamente in qualche schiera, pronti all'azione contro il nemico: non sono le Libertà Fondamentali della Società Democratica a dover essere difese, per queste anime sordide, ma il diritto di distinguersi, di isolarsi nella loro sicura roccaforte occidentale, coibentata da ogni spiffero straniero e maligno (ai loro occhi, si capisce).
Sono gli stessi che urlano indignazione per la Giustizia Matrigna condannante vecchietti a corto di pensione che rubano al supermercato, o che, similmente, plaudono onori e glorie alla pattuglia casuale delle Forze dell'Ordine che paga la refurtiva degli stessi vecchietti. E sono anche gli stessi che, al contempo, manifestano violentemente a favore del diritto del negoziante di far valere anche con la violenza (estrema, se occorre) di difendere la propria merce, posto che l'attaccante sia il nemico; o che magari si ergono a trinitari giudici-giurati-giustizieri di fronte ad un ragazzo ucciso dalle già onorate e glorificate Forze dell'Ordine, perchè sicuramente "sarà stato drogato", come se ciò fosse rilevante.
Ho già detto chiaramente cosa penso di Charlie Hebdo e del suo modo di fare. Ben venga. Ben venga chiunque possa smuovere questo stagno putrescente e melmoso di distinti, maleodoranti odio represso. Ben venga chiunque sia in grado di continuare ad assestare colpi fortissimi ai delicati stomaci di questa informe massa di materia organica, che rinnega e, peggio, non capisce cosa ha difeso è perchè era giusto, votandosi al disprezzo del diverso.
Sperando che, prima o poi, la loro distinzione li porti all'estinzione.
Buona vita.
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