Le statue coperte per la visita del presidente iraniano Rouhani Foto La Repubblica |
Non vengono messi in dubbio i doveri del buon "padrone di casa" di fronte alle esigenze ed alle abitudini di un ospite: se invito a casa un disabile non deambulante eviterò con cura di lasciare in giro ostacoli ai movimenti della sua carrozzina, se ospitassi una persona di colore a cena certo non lo metterei allo stesso tavolo di quell'amico xenofobo e con tanta voglia di gridarlo al mondo, se dovessi invitare un vegetariano certo non gli presenterei davanti una bella grigliata mista...
Ma qui non si tratta di quella giusta miscela di buon senso, buon gusto e senso del quieto vivere alla base della buona ospitalità. Anzi, si tratta di un misto folle di stupidità istituzionale e forse di un pizzico di ignoranza e preconcetto, visto che è anche in Iran esistono musei con statue antiche mezze nude (magari censurate nelle parti intime, ma comunque ben visibili, non certo nascoste...). Al di là di questo, nascondere dagli occhi presumibilmente sensibili del nostro ospite una parte del nostro retaggio e della nostra cultura - senza voler sfociare in patriottici e offesissimi proclami che lasciano il tempo che trovano quanto e più dell'iniziativa che stiamo commentando - è quanto di più inutile e dannoso possa esserci per la nostra stessa immagine.
Inutile perchè non è certo sulle basi di certe scelte che possono essere intavolate trattative e portati in porto affari internazionali. Quindi la versione di chi pensa che "due statue nascoste valgono sicuramente N fantastiliardi di euro" non sta nè in cielo nè in terra, o perlomeno è basata sull'idea (ingenua e sbagliata) che ai tavoli di trattativa siano le "sensibilità" politiche/economiche/etiche/sociali dei vari politicanti a fare la differenza...no, sono i soldi. Come sempre. Dannoso perchè la figura barbina fatta a livello internazionale è difficilmente recuperabile e rappresenta un precedente niente male...
Certo la pletora di commenti (specie quelli politicizzati) a corredo non fa certo di meglio, o perchè punta a concetti sbagliati o perchè completamente pregna di ipocrisie e di "dimenticanze" di quanti danni siano stati fatti ai nostri tesori artistici in nome delle più svariate sensibilità (vogliamo parlare del Tiepolo censurato a Palazzo Chigi?), o dei modi più assurdi con cui abbiamo piegato leggi e regolamenti per ospitare capi di stato sui generis (la tendopoli beduina a Villa Pamphili? Ricordate?). Dove eravamo allora?
Fa sorridere (e molto) anche il parallelismo con il crocefisso nelle aule o con i suoi surrogati (presepe, albero, ecc.): parallelismo che qualifica facilmente chi lo propone, dato che in un caso si tratta di nascondere il proprio comune retaggio culturale (che si sia credenti o meno), l'altro rende unico e ufficiale un simbolo religioso che, pur concedendo l'annovero tra i retaggi di cui sopra, rimane tale e non pertinente in un luogo pubblico.
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