Dicevano i nonni dei nostri nonni ai nostri genitori, che lo hanno poi ripetuto a noi, che lo andiamo/andremo ripetendo ai nostri figli, che trovarsi un lavoro "serio" rappresentasse una conditio sine qua non per avere una vita quantomeno decente e serena.
Quale lavoro può essere considerato più serio, dignitoso e importante del politico, dunque? Quali altre professioni possono dirsi ammantate di così tanta responsabilità nei confronti di così tante persone, e dunque necessariamente impostate al rigore ed alla serietà? Eppure, puntualmente, torniamo a vergognarci degli eletti dal Popolo per questo o quell'atteggiamento (escludiamo le questioni giudiziarie, in questo contesto), dandoci tante spiegazioni, ivi compresa la corresponsabilità più o meno diretta del Popolo stesso nell'eleggere ciò che più gli somiglia - o più somiglia alla sua media, fate voi.
Mai come oggi però, lo devo ammettere, ho provato un simile ribrezzo nell'osservare l'atteggiamento di un ramo parlamentare - almeno di una sua parte - nel discutere di una proposta di legge storica, per portata, e fondamentalmente necessaria per moltissimi cittadini che la stanno attendendo da troppo tempo (sempre che si possa fare un simile distinguo di tal tipo tra le attività di un ente legiferatore).
Parliamo di diritti civili, in buona sostanza, di prendere atto dei cambiamenti della società moderna ed adeguare la struttura legislativa dello Stato ad essa, riconoscendo dignità e, soprattutto, piena legalità a persone con la semplicissima pretesa di veder riconosciuto legalmente il loro diritto a condividere insieme una vita ed eventualmente a crescerne un'altra.
Il disgusto nasce non già dalla mera opposizione alla legge, sulla quale si potrebbe anche aver da dire, ma che rientra tra le normali e sane divergenze d'opinione che dovrebbero rappresentare una parte integrante del processo "produttivo" insito nel potere legislativo, quanto piuttosto dalle modalità con cui si è scelto di fare opposizione, presentando cioè una slavina di proposte di modifica del tutto insulse e fuori luogo, che ritengo dileggianti lo spirito stesso di quei luoghi decisionali.
Non è una novità, lo sappiamo bene, ma si sperava di non assistere ad un così patetico gioco sulla pelle dei cittadini, contribuenti come tutti gli altri, per decidere di una così importante proposta legislativa. Si sperava anche di poterli evitare utilizzando altri giochi, più tecnici, ma che (nonostante non siano particolarmente coerenti con l'idea di Istituzione Parlamentare che ho in testa) avrebbero potuto ridare dignità alla discussione ed ai partecipanti alla stessa; ma alcuni ultrà dell'onestà incondizionata, a scapito anche della serietà suddetta e del buon senso, hanno preferito la via della trasparenza e della discussione dell'attività emendante delle opposizioni, di cui potete ammirare un significativo stralcio nella foto pubblicata a corredo di questo post. Un'ottima occasione persa anche per loro, va detto a chiare ed inequivocabili lettere.
Speriamo solo di non attendere il tempo necessario alla ridiscussione della medesima legge per poi vederla modificata nella sostanza, e privata di quei principi di diritto che sono importantissimi per dare dignità a molti concittadini.
Buona vita.
Quale lavoro può essere considerato più serio, dignitoso e importante del politico, dunque? Quali altre professioni possono dirsi ammantate di così tanta responsabilità nei confronti di così tante persone, e dunque necessariamente impostate al rigore ed alla serietà? Eppure, puntualmente, torniamo a vergognarci degli eletti dal Popolo per questo o quell'atteggiamento (escludiamo le questioni giudiziarie, in questo contesto), dandoci tante spiegazioni, ivi compresa la corresponsabilità più o meno diretta del Popolo stesso nell'eleggere ciò che più gli somiglia - o più somiglia alla sua media, fate voi.
Mai come oggi però, lo devo ammettere, ho provato un simile ribrezzo nell'osservare l'atteggiamento di un ramo parlamentare - almeno di una sua parte - nel discutere di una proposta di legge storica, per portata, e fondamentalmente necessaria per moltissimi cittadini che la stanno attendendo da troppo tempo (sempre che si possa fare un simile distinguo di tal tipo tra le attività di un ente legiferatore).
Parliamo di diritti civili, in buona sostanza, di prendere atto dei cambiamenti della società moderna ed adeguare la struttura legislativa dello Stato ad essa, riconoscendo dignità e, soprattutto, piena legalità a persone con la semplicissima pretesa di veder riconosciuto legalmente il loro diritto a condividere insieme una vita ed eventualmente a crescerne un'altra.
Il disgusto nasce non già dalla mera opposizione alla legge, sulla quale si potrebbe anche aver da dire, ma che rientra tra le normali e sane divergenze d'opinione che dovrebbero rappresentare una parte integrante del processo "produttivo" insito nel potere legislativo, quanto piuttosto dalle modalità con cui si è scelto di fare opposizione, presentando cioè una slavina di proposte di modifica del tutto insulse e fuori luogo, che ritengo dileggianti lo spirito stesso di quei luoghi decisionali.
Non è una novità, lo sappiamo bene, ma si sperava di non assistere ad un così patetico gioco sulla pelle dei cittadini, contribuenti come tutti gli altri, per decidere di una così importante proposta legislativa. Si sperava anche di poterli evitare utilizzando altri giochi, più tecnici, ma che (nonostante non siano particolarmente coerenti con l'idea di Istituzione Parlamentare che ho in testa) avrebbero potuto ridare dignità alla discussione ed ai partecipanti alla stessa; ma alcuni ultrà dell'onestà incondizionata, a scapito anche della serietà suddetta e del buon senso, hanno preferito la via della trasparenza e della discussione dell'attività emendante delle opposizioni, di cui potete ammirare un significativo stralcio nella foto pubblicata a corredo di questo post. Un'ottima occasione persa anche per loro, va detto a chiare ed inequivocabili lettere.
Speriamo solo di non attendere il tempo necessario alla ridiscussione della medesima legge per poi vederla modificata nella sostanza, e privata di quei principi di diritto che sono importantissimi per dare dignità a molti concittadini.
Buona vita.
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