Ormai si tratta di un argomento di attualità talmente importante che non solo è arrivato a riempire le pagine dei giornali, ma si è anche visto coniare un nuovo termine "filosofico" (la post-verità) per descriverlo. Parliamo di bufale, fake news, fandonie nate per i più disparati intenti, per le quali si stanno sprecando strali e condanne più o meno corali dall'opinione pubblica e dai vari pensatoi mediatici.
Ma ciò che stupisce, una volta di più, è l'assoluta incapacità del "pensatorato" medio di stare dietro alla velocità con cui le informazioni viaggiano, si modificano e si instaurano nelle odierne reti comunicative, ed a quella con qui quest'ultime si evolvono rendendo più rapida la condivisione di pensieri e contenuti e, nello stesso tempo, più facile la verifica delle fonti a cui gli stessi dovrebbero fare riferimento.
Se con i mezzi a disposizione il cittadino medio del web non sa districarsi tra una informazione falsa e una reale, il problema non sta nelle bufale. Se nel fruitore medio di notizie online non scatta nulla leggendo appelli improbabili a mettere un "Mi Piace" per salvare un bambino, il problema non è chi ha inventato l'appello falso. Se un lettore è propenso a credere che il politico/potente di turno abbia veramente detto che metterà una tassa sulla proprietà dei frullatori a immersione, il problema non è nel burlone che ha condiviso per primo lo scherzo...
Ovviamente si escludono situazioni diffamatorie, denigratorie, razziste e, sostanzialmente, illegali...ma continuo a dirlo: il paradosso per cui Internet, luogo pregno di informazioni preziose e prezioso a sua volta per riuscire a racimolare con facilità e velocità nozioni che avrebbero richiesto molto più tempo nel passato, sta facendo regredire le capacità di giudizio e di lettura critica delle informazioni stesse di una massa crescente di utenti sta assumendo contorni grotteschi; parliamo di un vero e proprio analfabetismo di ritorno (non solo funzionale, purtroppo) che va tamponato prima che sia troppo tardi. Ovvero prima che qualche antico e incapace (tecnologicamente parlando) solone del pensiero immagini soluzioni censorie e contrarie allo spirito stesso della Rete.
L'appello è alla massa intelligente e abile, affinchè segnali costantamente a chiunque abbocchi all'amo che si sta affidando ad una bubbola bella e buona.
Ma ciò che stupisce, una volta di più, è l'assoluta incapacità del "pensatorato" medio di stare dietro alla velocità con cui le informazioni viaggiano, si modificano e si instaurano nelle odierne reti comunicative, ed a quella con qui quest'ultime si evolvono rendendo più rapida la condivisione di pensieri e contenuti e, nello stesso tempo, più facile la verifica delle fonti a cui gli stessi dovrebbero fare riferimento.
Se con i mezzi a disposizione il cittadino medio del web non sa districarsi tra una informazione falsa e una reale, il problema non sta nelle bufale. Se nel fruitore medio di notizie online non scatta nulla leggendo appelli improbabili a mettere un "Mi Piace" per salvare un bambino, il problema non è chi ha inventato l'appello falso. Se un lettore è propenso a credere che il politico/potente di turno abbia veramente detto che metterà una tassa sulla proprietà dei frullatori a immersione, il problema non è nel burlone che ha condiviso per primo lo scherzo...
Ovviamente si escludono situazioni diffamatorie, denigratorie, razziste e, sostanzialmente, illegali...ma continuo a dirlo: il paradosso per cui Internet, luogo pregno di informazioni preziose e prezioso a sua volta per riuscire a racimolare con facilità e velocità nozioni che avrebbero richiesto molto più tempo nel passato, sta facendo regredire le capacità di giudizio e di lettura critica delle informazioni stesse di una massa crescente di utenti sta assumendo contorni grotteschi; parliamo di un vero e proprio analfabetismo di ritorno (non solo funzionale, purtroppo) che va tamponato prima che sia troppo tardi. Ovvero prima che qualche antico e incapace (tecnologicamente parlando) solone del pensiero immagini soluzioni censorie e contrarie allo spirito stesso della Rete.
L'appello è alla massa intelligente e abile, affinchè segnali costantamente a chiunque abbocchi all'amo che si sta affidando ad una bubbola bella e buona.
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