I cani so' cani

Pare che ogni volta che rientro dalle lunghe pause a cui sottopongo questo blog debba
necessariamente parlare della politica italiana, anche perché la stessa sembra sempre rinvigorirsi proprio in autunno, specie negli ultimi anni.


Succede che in una mattina di Ottobre un gruppetto di manifestanti di varia estrazione (leggi "mischione di scioperati con in testa autonomie fantomatiche, libertà decisionali su temi delicati, quale la vaccinazione, e pseudo rivoluzionari al seguito di un anziano ex militare che vorrebbe l'aiuto del pubblico a casa per fare un golpe da macchietta") si piazza davanti Montecitorio a protestare contro. Contro, punto. Sacrosanto diritto di manifestare, ma con contenuti francamente non immediati (ma magari è un mio limite).
Uno degli esponenti più in vista del maggior partito di opposizione decide di scendere e incontrare La Ggente®, di spiegare cosa si sta facendo in quell'aula rappresentativa, cercando un appoggio, una sponda, un'investitura estemporanea e sul campo per assurgere al gradino successivo a quello di leader di forza politica: quello di capopopolo.
Ma La Ggente® lo prende a fischi e pernacchie, lo insulta, lo percula, gli intima di togliersi dalle scatole, perché non è aria...


Succede, sì. Perché quando dai tuoi mezzi di comunicazione spari a zero sulla qualunque, quando non presupponi margine di manovra e pensi che aizzare rivolte e smucinare tra la rabbia (più o meno legittima) del popolino sia la miglior mossa per acquisire consenso politico, il rischio è quello di farsi male nel lungo periodo, di ritrovarsi contro quei cani che - per controllare la folla in rivolta - Winchester aveva tenuto a stecchetto...


Ed è tutto esilarante.


D'altronde i cani so' cani, diceva il buon commissario...

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