Tre mesi sono passati dall'ultimo post, tempo equivalente a quello necessario a dare al Paese un Esecutivo: non è questa una nota a margine, per inquadrare nel tempo le mancanze avute come "autore", ma è anzi una dichiarazione ben specifica. Perché, per una volta - trattando questo blog di tutto e di attualità in particolare, e non potendo escludere la situazione politica della Nazione in cui vivo dai deliri che vado scrivendo... - ho deciso preventivamente di astenermi.
Voglio evitare di dire "l'avevo detto", perché non ho velleità da indovino, ma l'intenzione era quella di far passare i marosi che inevitabilmente chiunque avesse mai letto un quotidiano nella lunghissima campagna elettorale (praticamente decennale) avrebbe individuato in arrivo. Ho quindi ben opportunamente schivato la necessità di commentare polemiche, attriti, immobilismi, alleanze fantasiose, alleanze altrettanto fantasiose ma solo nella testa degli ingenui, giudizi insensati sul ruolo istituzionale di questa o quella carica, e, soprattutto, ho evitato di dar peso al tifo politico che ormai ha avviluppato l'opinione pubblica italiana senza distinzione alcuna.
Tanto per dire, nemmeno questo post ha intenzione di soffermarsi sui temi politici degli ultimi 90 giorni, perché c'è poco di cui discutere: un elettorato civicamente ignorante (devo ricordare tutti i post in cui l'ho sottolineato per non essere tacciato a mia volta di partigianeria nei confronti delle forze politiche attualmente all'opposizione?) ha espresso non solo una preferenza ben chiara nei confronti di un certo tipo di idea dello Stato, ma lo ha fatto anche in funzione dell'interesse verso certi aspetti programmatici (vedi Reddito di Cittadinanza, per dirne una), o in funzione del sempreverde voto di protesta nei confronti di forze opposte a cui ci si è sentiti in passato vicini e che si è voluto bacchettare per "dare un segnale".
Ora c'è un Governo più che legittimo, espressione della volontà della maggioranza degli elettori, che farà ciò che saprà fare, nulla più nulla meno.
C'è poco da commentare. Per adesso, ovvio.
Voglio evitare di dire "l'avevo detto", perché non ho velleità da indovino, ma l'intenzione era quella di far passare i marosi che inevitabilmente chiunque avesse mai letto un quotidiano nella lunghissima campagna elettorale (praticamente decennale) avrebbe individuato in arrivo. Ho quindi ben opportunamente schivato la necessità di commentare polemiche, attriti, immobilismi, alleanze fantasiose, alleanze altrettanto fantasiose ma solo nella testa degli ingenui, giudizi insensati sul ruolo istituzionale di questa o quella carica, e, soprattutto, ho evitato di dar peso al tifo politico che ormai ha avviluppato l'opinione pubblica italiana senza distinzione alcuna.
Tanto per dire, nemmeno questo post ha intenzione di soffermarsi sui temi politici degli ultimi 90 giorni, perché c'è poco di cui discutere: un elettorato civicamente ignorante (devo ricordare tutti i post in cui l'ho sottolineato per non essere tacciato a mia volta di partigianeria nei confronti delle forze politiche attualmente all'opposizione?) ha espresso non solo una preferenza ben chiara nei confronti di un certo tipo di idea dello Stato, ma lo ha fatto anche in funzione dell'interesse verso certi aspetti programmatici (vedi Reddito di Cittadinanza, per dirne una), o in funzione del sempreverde voto di protesta nei confronti di forze opposte a cui ci si è sentiti in passato vicini e che si è voluto bacchettare per "dare un segnale".
Ora c'è un Governo più che legittimo, espressione della volontà della maggioranza degli elettori, che farà ciò che saprà fare, nulla più nulla meno.
C'è poco da commentare. Per adesso, ovvio.
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