Vendesi trasporto pubblico?

Domenica 11 novembre i cittadini romani saranno chiamati a votare per esprimere il proprio parere (in modo consultivo) sulla liberalizzazione del servizio di trasporto pubblico della Capitale.
Nello specifico due quesiti chiederanno a tutti se: 1) è il caso di affidare il trasporto, oggi in mano alla disastrata ATAC (totalmente partecipata dal Comune), al vincitore di un bando di concorso indetto ad hoc, 2) se sia opportuno integrare l'offerta di trasporto pubblico con altre iniziative di trasporto collettivo. In buona sostanza, secondo quanto previsto dal testo del quesito referendario, il Comune svolgerebbe la funzione (oltre che di controllo e di salvaguardia dell'interesse pubblico, in qualità di stazione appaltante) di pianificazione del trasporto mentre chi si aggiudicherà il servizio fornirà la parte più materiale, il trasporto stesso, sulla base di quanto indicato e pianificato dal Comune.

Tralasciando per un attimo ogni considerazione, va intanto considerato come il cittadino medio leggerà i quesiti, ovvero in una specie di petizione pro o contro ATAC, nemico evanescentemente generico di ogni invettiva scaturita da ritardi e disservizi nel quotidiano muoversi per la città...il che, fermi restando quorum e natura consultiva dei quesiti, significherà quasi di certo una vittoria plebiscitaria del Sì.
Addentrandoci meglio nel merito, mi risulta particolarmente difficile comprendere le ragioni per le quali chi, oggi, ha sostanzialmente permesso che una controllata comunale finisse nelle condizioni in cui è finita, chi ha permesso una gestione finanziaria disastrosa, chi ha - secondo la logica comune di cui sopra - lasciato che quei disservizi e quei ritardi potessero divenire normalità, possa in futuro essere in grado di controllare in modo adeguato il comportamento di un privato appaltatore...
Tanto per capirci meglio, il punto non è mettere il servizio in mano a qualcuno che sappia fare meglio (e bisogna vedere a che prezzo, per il cittadino...), ma farlo funzionare meglio. Banale? Ovvio? Lapalissiano? Può darsi, ma è esattamente il problema di fondo.

Spero solo che dietro l'altare del Dio dell'Efficienza, a cui tanti vogliono votarsi quando si parla di girare con i mezzi pubblici per una città troppo grande e troppo indolente per funzionare bene (magari lamentandosi senza però avere un biglietto timbrato in tasca), non si nasconda la solita manfrina del "privato è meglio".
Certo, il fatto stesso che la signora sindaca sia dichiaratamente per il No potrebbe essere una chiave di volta per spostare consensi, o una chiave di lettura per leggere i suoi, di consensi.

Da parte mia spero solo di non sapere per strada i tanti lavoratori, innocenti oggetto di insulti quotidiani per colpe di altri. Come sempre accade, d'altronde.

Buon voto

Commenti