Ginocchia sbucciate

Siamo stati tutti bambini, siamo tutti andati alle elementari, e tutti abbiamo giocato a giochi pericolosi per la nostra età, ci siamo fatti male e siamo corsi a casa a farci disinfettare le ginocchia da mamme e nonne, quando andava davvero male...perchè la maggior parte delle volte bastava un mezzo sputo sulla sbucciatura o un po' di acqua alla fontanella e si continuava a fare quello che si stava facendo. Imperterriti e invicibili come supereroi. Almeno fino alle generazioni nate negli Anni Ottanta e Novanta, con tendenza paurosamente decrescente.

Non vuole essere un'altra sterile polemica sulle tecnologie moderne e la loro cattiva influenza sui più giovani che "ormai preferiscono i social network al nascondino", nè un'inutile tirata su quanto "si stava meglio quando si stava peggio".
Perchè, cari signori, il problema siamo noi genitori, e le vette di follia raggiunte con la stupidissima filosofia del better safe than sorry. Il problema sono tutti quegli adulti che abbiamo visto crescere insieme a noi, che giocavano e si scassavano su tutti i terreni del nostro piccolo mondo, collaudando tavole da skate, BMX, monopattini, inaugurando, ben prima di Assassin's Creed e del parkour, soluzioni alternative di movimento tra i palazzi, tentando contrasti scivolati o volteggi acrobatici sull'asfalto...e che oggi farebbero girare i propri cuccioli su biciclette a quattro ruote con casco in testa e ginocchiere rigide!

Mi è capitato, qualche tempo fa, di "soccorrere" dei ragazzini che giocavano a calcio in piazza, di fianco ai banchi del mercato rionale, un giovane difensore aveva spazzato con troppa veemenza e la palla era finita su uno dei box del mercato stesso. Il piacere di vedere dopo trent'anni altri ragazzini giocare per strada si è spento sentendoli lamentarsi di dover smettere, perchè la palla l'avevano ormai battezzata come irrecuperabile: gli ho fatto notare che quell'albero proprio vicino al box faceva esattamente al caso loro, ma mi hanno guardato come un alieno. Peggio ancora quando mi hanno visto arrampicarmi e recuperare la loro palla...
Per carità, non voglio indurre i ragazzi a rischiare l'osso del collo, ho anch'io le mie ansie da genitore e so perfettamente quanto è diverso tra l'una e l'altra parte della barricata...ma, santo cielo! Nostro è il compito di vigilare, certo, ma questo non significa eliminare ogni minimo rischio, non significa tenerli sotto spirito!
Anche il rischio, anche la paura indotta dal ricordo del pericolo o del "dolore", anche qualche maledetta sbucciatura fa parte del percorso di crescita!

Sarà che sto invecchiando...ma conoscevo un medico che asseriva di avere solo necessità di osservare le ginocchia dei bambini per sapere quanto fossero sani: più croste più vitalità, più vitalità più salute.

Sono ancora perfettamente d'accordo.

Buona domenica.

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