La settimana corta

Da qualche tempo sta tornando in auge una proposta di riorganizzazione del lavoro in settimane da quattro giorni, da giornate lavorative di sei ore o da una commistione dei due. Non è, come si diceva, una novità, ma ovviamente oggi le disponibilità tecnologiche rendono possibile andare oltre le prime prove pioneristiche poi diventate norma, o quasi.
Arrivano quindi iniziative in fase sperimentale, altre in fase permanente, fino alle più recenti proposte arrivate dalla Finlandia.

Apriti cielo!

Brutti lavativi, che pensate di fare? Se non vi va di lavorare statevene a casetta! Non si può proprio pensare di avere un giorno in più, secondo la giornalista Micaela Cappellini del Sole 24 Ore. E che dovremmo farci? Avere tempo in più per fare cosa?

Menomale che tutto sembra essere rientrato (come si affretta a specificare il Corriere della Sera...), perchè avere un giorno fisso in più da dedicare a farsi i cazzi propri non è accettabile, "Con buona probabilità diventerebbe un giorno di pulizie [...] non è certo un giorno di cui andare fieri". Chè svolgere faccende di casa è una cosa di cui vergognarsi, dovete pensare solo alla postazione in ufficio...e tralasciate il fatto che adesso 'ste cose le fate nel weekend (erodendo altro tempo libero)!
Ma poi, non scherziamo proprio: "[...] siamo sicuri che nessuno di noi non finirebbe col portarsi il lavoro a casa? [...] con l'uscire dall'ufficio un'ora dopo per tutti e quattro gli altri giorni di lavoro, perchè c'è una scadenza da rispettare o una consegna da onorare?".
Ditelo che siete dei fancazzisti professionali! Ammettete che l'unica cosa che volete è "stare a casa", quando si pensava che "il vero obiettivo fosse quello di aspirare a un lavoro che ci piaccia, non quello di non lavorare affatto. Che fosse giusto combattere per uno stipendio migliore e adeguato, non per il reddito di cittadinanza e tutti a casa" (perchè certamente chi gode o può godere del reddito di cittadinanza è un altro viscido lavativo come voi!).

Quindi, cari miei, inutile che pensate di aver diritto ad una vita supportata da un lavoro dignitoso, anzichè fare del lavoro la propria vita; che vi mettete in testa favolette di un mondo produttivo differente, che non vi costringa a passare otto ore a faticare e sedici a riposarsi per ricominciare da capo; che fantasticate di poter, sì, avere uno "stipendio migliore e adeguato" ma adirittura potendolo conciliare con una normale vita privata in cui coltivare tutto ciò che è altro dai propri interessi professionali (quando presenti).
Dovete fare come fa Cappellini, evidentemente: campare per il proprio lavoro e, inevitabilmente, farsi sfruttare ringraziando sentitamente.

Menomale che è venerdì...

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