Bocche delle verità (o del dire ciò che si pensa senza pensare ciò che si dice)

In un mondo di maschere, meglio dire le cose come stanno.

Davanti a tanti falsi e ipocriti io mi distinguo dicendo la verità.

Risulto antipatico perchè dico ciò che penso, e questo dà fastidio.

...e tante altre belle frasi da cioccolatino, da incartare e postare sui social, da ergere a vessillo di un proprio personale valore erroneamente considerato assoluto e indissolubile.

Non perché considero sbagliato dire esprimere con chiarezza come la si pensa, anche perché non avrebbe molto senso nemmeno scrivere su un blog, a quel punto.
Ma che il "dire sempre ciò che si pensa" sia un valore o quantomeno un pregio in senso assoluto è una delle più grandi stupidaggini sociali che si possano raccontare.
Per convenienza? Per quieto vivere? Per diplomazia? Non importa per quale in modo specifico, ma c'è sempre un motivo per cucirsi la bocca, di tanto in tanto, e magari ingoiare qualche indigesto e metaforico anfibio: non è detto, tanto per dirne una, che ti si consideri antipatico per la tua sincerità. Non è quello il punto, ma che magari potrebbe essere d'imbarazzo o ferire qualcuno, per quanto fiero tu sia del tuo discutere senza filtri.
Insomma, non è tanto l'essere antipatici, quanto l'essere stronzi. Quello sì...

Ma, soprattutto, chi ti dice che ci interessa davvero sapere ciò che pensi? Chi ti ha messo in testa che dire la tua anche quando le circostanze suggerirebbero di tenersi per sé le proprie convinzioni è importante? È un po' come quelli che, dopo averti visto sbagliare scelta, ci tengono strenuamente a spiegarti come e perchè hai sbagliato. O peggio, quelli che, dopo tutto ciò, non riescono a tenersi dentro il "telavevodetto" di circostanza: non siete nè giusti nè sbagliati, magari avete anche perfettamente ragione, ma...ecco, al momento, della vostra soddisfazione nel sentirvi meglio di noi ce ne facciamo poco, e del vostro giudizio postumo, del vostro senno di poi, delle vostre assolute certezze ce ne facciamo ancora meno.
Tra l'altro, va detto con la stessa chiarezza di cui vi vantate che la discriminante non è tanto l'essere o meno interessati al vostro parere, quanto il fatto che siete in grado di pretendere dignità di esistenza a qualunque bestialità vi passi per la testa, per la sola ragione di essere ciò che davvero pensate: anche descrivendola come la più alta espressione delle avanzate capacità biologiche della macchina animale, la merda rimane uno scarto puzzolente e disgustoso da qualunque angolazione la si guardi, e lo stesso avviene con le vostre stronzate, che rimangono tali anche mettendogli al petto la medaglia della sincerità.

Essere diplomatici, di tanto in tanto, fare un po' i "democristiani" all'occorrenza, evitare, insomma, di pestare qualche merda nel nostro passeggiare per le vite degli altri non è detto che sia proprio un male. Anzi, a volte evita imbarazzi e incomprensioni, a noi e soprattutto agli altri, genera empatia, distende i rapporti nei momenti più grigi. Anche perchè, spesso, un silenzio è molto più eloquente di qualunque tagliente giudizio estemporaneo.

Purtroppo ragionate un po' come i bambini, e allora come i bambini provo a spiegarvela: non vi si chiede di dire bugie, che poi vi si allunga il naso.

Ma magari ogni tanto chiudete la bocca e tenetevi per voi il vostro sincero pensiero.

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