Quattordici giorni dopo

Fermiamoci anche noi per il virus, lasciamo perdere per una settimana le problematiche della scuola e del tempo pieno. Perchè abbiamo scoperto che, nonostante viviamo in piena era della comunicazione, a dispetto della nostra vita perennemente connessa, costantemente foraggiata dai feed informativi h24 7/7, malgrado le trasformazioni a cui anche le istituzioni si sono arrese...non sappiamo comunicare!

Già perchè, per come la vedo io, se da una sana e precauzionale preoccupazione per un'epidemia e dalle misure di sicurezza della salute pubblica conseguenti vengono fuori le follie e le psicosi dei cittadini non può essere altro che per colpa di una pessima comunicazione.
Non si tratta di tranquillizzare e ammansire, che non servirebbe a niente, ma di mettere tutti di fronte a fatti concreti, chiari e precisi.
Prendiamo gli assalti ai supermercati di questi giorni: non avendo avuto comunicazioni in tal senso, e quindi non figurandosi minimamente in cosa consiste un'eventuale quarantena (magari domiciliare), la gente corre a rifornire le dispense per un tempo indifinitamente lungo, tanto quanto un isolamento. Potrai anche riderci sopra, cercare di far ragionare anche i più facilmente suggestionabili, spiegare che non è un'apocalisse zombie, non ci saranno scene di morte e distruzione...non serve a molto, se le cose non saranno chiare.

Sempre per lo stesso esempio dei supermercati svuotati, dall'alto della nostra supposta superiorità di popolo di santi, eroi, navigatori, commissari tecnici, direttori dei lavori, biochimici, ingegneri civili, virologi...ecc., ecc., ecc...abbiamo sempre preso per il culo il "survivalismo", avendo certo negli occhi le esagerazioni degli apocalittici più fuori di testa, quelli da rifugio antiatomico in cantina e da armi nascoste cariche sotto al tavolo. Invece, sempre per un problema di corretta informazione, scopriamo che anche queste spese di emergenza non le sappiamo fare, che siamo in grado solo di riempire i carrelli a caso con quello che troviamo sugli scaffali, anzichè avere non dico delle liste preparate con ampio anticipo, ma almeno una vaga idea di cosa comprare e cosa no: che senso ha svuotare il banco frigo dai cartoni di latte fresco? O l'ortofrutta, o le panetterie...

Facciamo che questa epidemia sia almeno occasione per imparare qualcosa, allora.

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