Dovevamo far tesoro delle piccole cose riscoperte, delle pizze fatte in casa, della "natura che si riprende i suoi spazi", delle lunghe passeggiate per cambiare aria e del traffico azzerato, dei consumi ridotti al davvero necessario, dei libri da leggere sul divano col tempo che serve e del tempo da gestire e riempire con ciò che è più importante...
...poi, alla prima riapertura, ci siamo accorti che ci sono mancate le folle più becere, i posti più insulsamente turistici, le ore di fila in auto, con qualche eccezione per chi ha scoperto un modo più ecologico per spostarsi nelle città demolendo nel contempo ogni parvenza di codice di circolazione.
Ci siamo riversati ad orde nelle località di mare più modaiole per poi lamentarci se, ai primi nuovi picchi di contagio, qualcuno sosteneva fosse il caso di controllare un po' tutti. Ci siamo dichiarati "stufi di questa dittatura mascherata", senza considerare che se ci fosse stata davvero una dittatura il nostro comportamento idiota, individualista e menefreghista ci sarebbe costato più che caro.
Ce ne siamo sbattuti il cazzo della natura che si riprende i suoi spazi: glieli abbiamo strappati via di nuovo, da brava specie dominante che eravamo e che siamo ancora!
E ce ne sbattiamo il cazzo anche della nostra prole: cosa vuoi che sia un virus di fronte al rischio di doversi nuovamente occupare di loro h24? Non perché non ci siano davvero problemi a gestire la necessità di tornare tutti a lavorare per campare e quella di provvedere a cure continue per i nostri piccoli, ma è proprio lì il punto: abbiamo smesso di cercare soluzioni, e quel che la politica non fa è lo specchio di ciò di cui noi non ci preoccupiamo più...
Dovevamo essere migliori, ne siamo usciti incattiviti, imbruttiti e con la voglia di tornare a fare più e peggio di prima. Non solo per colpa nostra, certo.
Andrà tutto bene un cazzo...
Buona domenica.
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