L'ingorgo

Ci hanno spiegato che il posto fisso non ha più motivo di esistere, che è un cattivo retaggio di un passato che non possiamo più permetterci.

Però reclamano azioni salvifiche da parte di tutti, anche a rischio della salute pubblica, se le cose virano in malo modo per loro...

Ci hanno insegnato ad essere flessibili, a vivere il lavoro come un'occasione di crescita, e la crescita come cambiamento. Quindi ci hanno abituato a cambiare lavoro, sempre più spesso, invogliandoci con contratti firmati oggi con decorrenza ieri e scadenza domani, che ciò che conta è la varietà dell'esperienza acquisita.

Ma questo vale solo per chi deve passare da un padrone all'altro, non certo per chi sostanzialmente campa del loro sudore...e ti mettono davanti allo psicologo del lavoro pagato per dirti che tutti quei cambi di casacca sul CV non fanno certo una bella impressione (come non la farebbe una vita lavorativa quasi monoaziendale).

Ci hanno mostrato che sono le skill a fare il professionista, e che dobbiamo investire per procurarcele, anche se l'ammortamento di questi investimenti non dovesse mai arrivare a causa di redditi a malapena sufficienti a pagare la rata del mutuo.

Ovviamente però l'investimento deve essere unilaterale, che formare a proprie spesi i propri dipendenti e troppo costoso: meglio prenderseli già skillati pagandoli comunque meno di quanto farebbero riconoscendogli anche l'expertise.

Ci hanno detto che non possiamo certo pensare di campare di sussidi, che lo Stato non deve essere un ente assistenziale, che ognuno di noi deve sapersi reinventare, essere imprenditore di se stesso, e vivere delle proprie capacità. Se poi queste non ci sono mica è un problema loro: chi rimane indietro sarà lasciato indietro...

Ma naturalmente piangono miseria e orrore ogni volta che possono, e chiamano ad alta voce l'intervento di quello Stato che non vogliono tra i piedi solo quando non deve sganciare soldi a pioggia, utilizzando magari la leva dei "livelli occupazionali" come uno scudo umano.

Ci hanno continuato a ripetere che lasciare libere le aziende di muovere i propri fili senza interventi e controlli, rendendo più facili i licenziamenti, ad esempio, o senza avere vincoli normativi troppo stringenti, migliora la vita di tutti, anche dei lavoratori. Più crescita. Più benessere. Più tutto. Libertà!

Ma pretendono al centesimo ogni euro di penalità se un dipendente si muove su un altro lavoro prima del preavviso previsto...

Però, certo, pretendono personale giovane, perché più agile, più smart, e quindi chiunque perda lavoro dopo una certa età rischia di non ritrovarlo mai più.

Menomale che è venerdì

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