L'attrazione dei poli opposti

A fasi alterne e per alterni schieramenti, ci hanno bombardato col ritornello del "non ci fanno votare" usato come palese prova a carico della palese deriva dell'ordinamento democratico verso un modello in qualche modo calato dall'alto, sebbene si trattasse di banale gioco delle maggioranze derivante dall'inconsistente frammentazione delle camere uscita dalle urne, per mancanza di una vera rappresentanza o semplicemente per effetto delle follie di leggi elettorali tirate fuori - spesso - ad hoc.
Insomma, la più classica baraonda modellata ad arte per tirare voti da una parte o dall'altra, tanto per dirla fuori dai denti.

Poi succede che l'esponente di un partitino neonato (dalle ceneri di un partitone ormai maleodorante di muffa stantia e senza più tanta identità) inneschi, in piena emergenza sanitaria ed economica, una crisi di governo per la quale si decide di mischiare le carte da capo e ricominciare con un esecutivo nuovo di pacca, cosa che già di per sé avrebbe dovuto far ricominciare la cantilena di cui sopra, ma che invece, neanche troppo incredibilmente, fa sospirare tutti di sollievo, perché finalmente al governo andranno dei "competenti".
Solo che costoro mettono insieme una maggioranza variegata, ben oltre le precedenti mescolanze: ci ritroviamo, cioè, con positivi e negativi, con alpha e omega politici, con chi vorrebbe un mondo bianco e chi invece lo vorrebbe nero. Non il miglior governo, ma un governo migliore, ci hanno detto...quindi dovremmo tenerceli e sperare che, improvvisamente, si trovi una sintesi tra chi la vede in modo opposto su praticamente ogni tema in delega ad un esecutivo.

Speriamo bene, allora.

Ma indovinate queste sintesi, normalmente, chi danneggiano di più.

#andràtuttobeneuncazzo

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