In quattro anni sono successe tantissime cose e di proporzioni non proprio banalissime, con riflessi che si potrebbero dire inevitabili sulla politica della nazione. Si potrebbe e si dovrebbe, forse, eppure quasi mi passa la voglia. Perché uno di questi effetti, o meglio una delle cose successe in questi quattro anni, è che praticamente l'intero arco parlamentare uscito dalle urne (va detto, confuso e frastagliato come solo le leggi elettorali italiche degli ultimi trent'anni avrebbero potuto creare) è passato dall'esecutivo o dall'appoggio allo stesso, che fosse diretto o indiretto, magari con l'ipocrita e insensata maschera di "unica forza all'opposizione", in un contesto dove o si era tutti insieme o tutti contro tutti.
Tutti hanno governato con tutti, un po' come si faceva al campetto da ragazzini, "rifamo 'e squadre", ma poi alla fine sempre quelli si è. Ora, mi chiedo e vi chiedo, con quale faccia da culo potranno presentarsi alle prossime elezioni (che si spera saranno nel 2023 o prima, come da regola democratica, a meno di ulteriori investiture divine dell'attuale inquilino di Palazzo Chigi) proponendo qualsivoglia programma? Quale alternativa dovrebbero proporre rispetto all'attuale coalizione, visto che nella stessa ci sono stati tutti insieme appassionatamente? Cosa vorrà mai riformare chi fino a ieri ha deciso, in un modo o nell'altro, la politica del paese assieme a quelli contro cui domani si presenterà?
Vi diranno che sono stati costretti dallo scenario politico, che la pandemia ha rovinato tutto, che si doveva dimostrare responsabilità nazionale, ma la realtà rimane sempre che non si sono limitati a mandare giù bocconi amari ma a ratificare con la loro diretta partecipazione ogni mossa (a prescindere dal giudizio sulle singole iniziative). Gli altri, quelli dell'opposizione, si presenteranno come l'unica novità in campo, e sicuramente in tanti di cadranno, forse stavolta talmente tanti da mandarli al governo e ammazzare definitivamente ogni speranza democratica di un paese politicamente, socialmente, economicamente e culturalmente putrescente.
L'asteroide che aspettavamo.
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