La macchina del tempo

Ci siamo illusi che un giorno saremmo riusciti a viaggiare nella quarta dimensione, trascendendo il concetto di spazio e tuffandoci in quello del tempo. Abbiamo sognato (e ancora oggi un po' ci pensiamo, a dirla tutta) di vedere con i nostri occhi epoche ormai defunte o di conoscere usi e costumi dei nostri discendenti ben prima che Wells lo mettesse in prosa, perché nessuno può negare il fascino di sentirsi alieno sullo stesso pianeta dove viviamo, di scoprire cose che avverranno o di toccare con mano quelle che avremmo già dovuto conoscere. Poi c'è tutta la pletora di complicatissime teorie sulle linee temporali, su come il comportamento del viaggiatore potrebbe influenzare il presente...

Sarebbe vivere in un fumetto, in una storia di fantascienza, in un sogno ad occhi aperti. Figuriamoci se, come me, avete la passione della storia. Un po' meno mi attirerebbe il viaggio in avanti, ché già il presente è quel che è, eviterei di sbirciare quanto ci attende...ma anche per riservarmi un po' di sorpresa, che diamine!

Eppure non sarebbe la cosa più esaltante che auspicherei, perché c'è qualcosa che mi farebbe battere il cuore ancora di più: la possibilità di fermare il tempo, di vivere gli stessi momenti secondo e quanto volontà. Quella settimana di vacanza da diluire ad libitum, quel momento romantico da congelare e non far finire mai, quel preciso istante in cui tutto sembrava perfetto...ecco, quella sarebbe un'invenzione! Magari ammetto che ci aggiungerei la mod del viaggio nel tempo, alla ricerca di quei rari momenti di vita piena e felicissima da ripercorrere, una galleria di belle emozioni...una Netflix della felicità!

Sarebbe bello, ma forse è bello anche così ed è pure tempo di riscoprirlo, perché i bei momenti sono doni che andrebbero gustati sul momento, e invece perdiamo sempre più tempo per colpa dell'ansia di immortalarli con i telefonini in mano, di condividerli con più persone possibili: umano e comprensibile, ma forse sarebbe più bello affondare in quel mare di serotonina, finché ce n'è, e lasciare che sia.

Ecco, forse non sappiamo più lasciare che sia, e da lì la voglia di riprendere in mano ogni tanto l'album dei ricordi e lasciarsi trasportare dalla nostalgia di tempi passati, la cui bellezza è magari legata ad un'idealizzazione dei tempi in cui eravamo semplicemente più giovani.

Forse è questo, o forse è il destino dell'Uomo quello di sapersi costruire il futuro sulla base di una visione pur non riuscendo mai ad abbandonare il proprio passato. Perché da lì veniamo, e non si può mai dimenticare.

Buona domenica.

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