Io non parlo con tutti

L'8 Settembre scorso (data particolare, sinceramente casuale) su questo blog si parlava di supposti fantasmi, e di opportunità e necessità di una lotta che qualcuno, nonostante i tanti segnali, continua a ritenere superflua rispetto ai "ben altri" problemi del paese.
Si diceva, in buona sostanza, che non era il Fascismo nato negli anni Venti e sviluppatosi negli anni successivi a dover far paura e da dover tenere sott'occhio, perchè sarebbe stato un inutile esercizio di ricerca del cattivo, ma che, anzi, i fascismi attuali sono quelli più insidiosi, perchè nascosti nel tessuto democratico, come lerciume che cresce tra le pieghe più nascoste e si confonde col resto.

E così è stato.

Sospinti dall'onda populista e sovranista, mascherati da nuova spinta nel sistema partitico, celati dietro maschere finto-sociali (pur mantenendo gli evidenti scopi esclusivi o, peggio, anti-inclusivi), i nuovi fascisti si sono presentati su pubblica piazza facendosi votare o facendo votare le proprie istanze, o perlomeno facendosi scudo delle posizioni ideologicamente più affini di certi movimenti in auge per muoversi con maggior vigore e farsi sentire. Riuscendoci tranquillamente, va detto, anche in spazi quasi abbandonati da chi una volta, a sinistra, raccoglieva lì i suoi principali consensi.

Girarsi dall'altra parte e dare dei visionari a chi è rimasto ad occhi aperti c'è costato presidi di congreghe di fascisti dichiarati, cibo calpestato, minacce gridate e violenze di vario ordine e grado, tutti commessi a viso scoperto e petto in fuori. Arditamente, come piace tanto a loro. Salvo poi farsi scortare da cordoni in assetto antisommossa quando il tempo si mette male...

Ma ancora c'è chi parla di "fascismo dell'antifascismo" e chi, da "sincero democratico", si ispira a falsi aforismi di Voltaire dichiarando che solo col dialogo e i libri si combattono certi rigurgiti.

Direi proprio di no: non devono esserci spazi.

Restate svegli (e due...)

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