Dall'incapacità comunicativa alle capacità incomunicative

La scorsa settimana facevo notare come, in piena psicosi emergenziale, avessimo dimostrato fin da subito una sostanziale incapacità comunicativa a tutti i livelli, primo fra tutti quello più importante in situazione del genere, quello istituzionale. Incapacità che, unita alla sostanziale disabitudine a cercare e trovare informazione di qualità della popolazione, non poteva far altro che portare a disastri.
Purtroppo tutta la tesi si è autodimostrata giorno dopo giorno, senza che si dovessero fare tanti sforzi, da ultimo il mezzo pasticcio di ieri, con le prime indiscrezione rilasciate alla stampa sul provvedimento di chiusura delle scuole confermato solo ore dopo.

Ma vi chiedo di fare un ulteriore sforzo di attenzione, perchè quel che sta emergendo ora dopo ora e giorno dopo giorno è l'elevamento dello scontro politico a livelli grotteschi, con un'incontinenza comunicativa che - al contrario di quanto dicevamo sopra - non solo rischia di generare ulteriori danni, ma anche di devastare uno scenario politico già di suo più che desolato. Nessuno vuole rifarsi una verginità fingendo di non sapere che, per la politica, ogni onda di potenziale consenso è degna di essere cavalcata (finchè necessario...), e che sia praticamente la normalità sentire tutto e il suo contrario anche su argomenti delicati.

Solo che qui ne va potenzialmente della tenuta di un intero paese, pertanto fare propaganda è pericoloso, non solo fastidioso. Ci si chiede quale sia la necessità di dire la propria a scopo evidentemente elettorale sulla gestione di un'emergenza nazionale, quale sia in questo momento, soprattutto, nel pieno della crisi.
Quale utilità può avere, ancor più nel dettaglio, rivendicare la paternità di soluzioni poi magari adottate dalla parte avversa? Cosa può portare di utile, ad un paese che rischia di cadere nel caos, sapere che il leader dell'opposizione può fregiarsi della medaglia del Ve l'avevo detto?

Al di là della coesione istituzionale, necessaria in casi come questi, forse è anche il caso di tacere.

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