Festina lente

Stai a vedere che, in tempo di quarantene, isolamenti domestici, scuole chiuse e telelavoro forzato, riusciremo a rivedere un po' il nostro rapporto con Sua Eccellenza La Produttività...

Ci voleva un bacillo piccolo piccolo per smontare l'abominevole idolatria della vita iperconnessa, non più dipendente ma sottostante al rapporto di lavoro. Già, perchè si comincia ad avere coscienza che esiste una vita oltre l'ufficio, che si possono ottenere gli stessi risultati senza ostruirsi le arterie di amarezze giornaliere e traffico. Si comincia a capire che forse non è come ce l'hanno raccontata, che non è davvero necessario l'occhio del padrone per oliare le (sue) casse, si inizia a intravedere qualcosa che ci avevano convinto essere impossibile.

Ben inteso, non si parla solo di lavoro da casa - su cui ho già dato un punto di vista - ma di ripensamento generale di tempi e ritmi nelle melodie giornaliere che dobbiamo suonare, di ridistribuzione delle ore, di tempo libero e reale rapporto salario-servizio offerto...
Hai visto mai che si comincerà a spostare il baricentro dalla parte opposta della bilancia? Hai visto mai che l'inevitabile fiato corto degli affaristi ad ogni costo (anche pagato dagli altri, of course) diventi motivo per rivedere anche il modello di profitto a cui siamo costretti a puntare? Per carità, non fatevi film di me che idolatro decrescite più o meno felici...ma insomma, si rischia di nuovo di far nascere qualche fiorellino dal mare di letame che sta investendo commerci e affari: adesso che dobbiamo abituarci a consumare solo l'inevitabile, che si comincia per emergenza a ritenere superfluo l'acquisto compulsivo da centro commerciale, non riusciamo davvero a vedere che un ripensamento del modello consumista non sia un bene? Senza esagerazioni...anche meno, ecco!

Onestamente, ci spero molto poco.

Anzi, temo proprio che, passata la peste, ci ritroveremo sotto un fuoco ad alzo zero, sotto sferze di forzature "dolorose ma necessarie affinchè non si ripeta più un'emergenza come questa".

Spero di sbagliarmi.

...intanto, menomale che è venerdì.

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