Messa a terra

La situazione è troppo seria e complicata, e nessuno ha certo la soluzione in mano, per quanto possa sbraitare e aver diritto a farlo: tutti hanno da recriminare, ognuno di noi rischia di essere danneggiato da decisioni drastiche che - anche per questo - sono impopolari, la coperta sembra sempre più corta, la difesa dello status quo socio-economico, del modello che abbiamo costruito, è diventata un obbligo perché da esso dipende pure la sussistenza dei più fragili, ma c'è anche la salute da difendere, che non è esattamente una cosa da poco.

Al netto di posizioni al limite dell'eugenetica da croce uncinata ("si ammalano solo gli anziani...non si può chiudere tutto per salvare i novantenni!") o delle varie linee di pensiero confindustrialoidi per cui ci si ammala ovunque tranne dove si fa business (che non si deve fermare mai), nemmeno l'idea che ci hanno ormai infilato nella testa per cui "col virus dobbiamo imparare a convivere" sembra esattamente una soluzione geniale...e dire che, sei mesi fa, quando noi ce ne stavamo chiusi in casa e altrove dicevano le stesse cose li prendevamo per il culo sui social.

Siamo al secondo DPCM di emergenza dall'inizio (più o meno) della seconda ondata, e come era abbastanza ovvio, nonostante in tanti sembrano cadere dal pero, non c'è nulla di concreto, se non una serie di misure a stringere in modo molto meno marcato di quanto fatto a Marzo: lo sapevamo benissimo, non dovevamo aspettarci altro.

Come si diceva in un altro post il problema non è ora, il problema è stato da Maggio in poi, perché ancora di più, col passare del tempo, c'è forte puzza di bruciato in certe dichiarazioni a mezzo stampa e in certe posizioni ufficiali (a volte proprio del tutto editoriali), per le quali il problema siamo noi, cittadini, fruitori di servizi, consumatori. Certo il governo non fa moltissimo per farci pensare diversamente, visto che le chiusure di palestre, bar, ristoranti, cinema, teatri, stadi e di tutto ciò che riguarda il tempo libero non sembra andare in parallelo con misure restrittive anche per mezzi di trasporto, scuole e lavoro: a lavorare devi andarci, i mezzi sono quelli che sono, fatteli piacere e finite le tue otto ore dritto a casa.

Probabilmente (non credo) è una visione un po' semplicistica, e in questo periodo è facile lasciarsi andare al superficiale. Ma, ribadisco, non sembra esserci intenzione di far passare messaggi diversi...

D'altronde non è nemmeno troppo difficile far attecchire questo tipo di pensiero, se pensiamo ai guardiani da balcone di Marzo, all'odio contro i runner, alle corse alla Starsky&Hutch dei solerti servitori della legge contro singoli passeggiatori in riva ad una spiaggia deserta...

Avanti, ci piace. 

Vi piace.

Poi, però, non lamentatevi. 

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